Valle delle Ferriere - Un angolo di storia e natura incontaminata
Provincia: Salerno
Tipologia: Ferriere, Cartiere e Mulini
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XI secolo
Periodo abbandono: anni ‘50
Motivo abbandono: Miniera
Accesso: Impossibile
Modalità di visita: Impossibile
Tipologia: Ferriere, Cartiere e Mulini
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XI secolo
Periodo abbandono: anni ‘50
Motivo abbandono: Miniera
Accesso: Impossibile
Modalità di visita: Impossibile
Assieme all’associazione culturale “Vesuvio Natura da esplorare” abbiamo compiuto una splendida escursione alla Valle delle Ferriere di Amalfi.
L’associazione nasce dall’impegno di un gruppo di giovani Guide Ufficiali ed Esclusive del Parco Nazionale del Vesuvio, tutti esperti in campo naturalistico, geologico, biologico ed ambientale con anni di esperienza nel settore della divulgazione scientifica e dell’educazione ambientale.
L’associazione è legata a doppio filo con il LabAMV , una struttura situata al centro della rete senti eristica del parco Nazionale del Vesuvio dove vengono svolte lezioni didattiche frontali e dove è presente un museo e un laboratorio di artigianato locale.
La riserva naturale statale delle Ferriere, ad Amalfi, è stata istituita nel 1972 ed è ampia ben 455 ettari che si estendono all’interno di un ampio vallone sino al confine con il comune di Scala (SA).
La valle è attraversata per tutto il suo percorso dal torrente Canneto che forma cascate spettacolari e angoli di vero e proprio paradiso; in questo contesto si inserisce la cosiddetta valle dei mulini che ospita, oltre ai mulini stessi, anche vecchie cartiere e ferriere.
Questa valle ha la particolarità di essere esposta del tutto a sud e di avere alle proprie spalle un massiccio montuoso che la protegge dai venti freddi, così si mantengono, per buona parte dell’anno, delle condizioni climatiche ideali (quasi sempre al di sopra dei 15°C). unite all’abbondanza d’acqua, per la presenza di alcune specie arboree che, altrimenti, non troverebbero spazio.
È possibile ammirare, in questi luoghi anche specie animali come la volpe, il tasso, il cinghiale, le salamandre, rospi, rane, tritoni, orbettini, lepri e numerose specie ornitologiche quali il gheppio, la poiana, il picchio rosso maggiore, i cardellini ed il tordo.
Talune specie si sono addirittura conservate dall’era geologica terziaria, come una particolare felce gigante ed è possibile trovare anche una pianta carnivora: la Pinguicola Hirtiflora; è presente, nella valle, una inversione vegetazionale dovuta all’inversione termica della valle stessa, infatti, man mano che si scende di quota nella valle, si assiste ad una diminuzione della temperatura, al contrario di come, invece, dovrebbe essere normalmente.
Anticamente, fra il XI e il XII secolo, in questa valle era molto attiva la produzione di pasta, una delle migliori di tutto il sud Italia che, ad un certo punto però, ha dovuto cedere il passo alle industrie più moderne di Torre del Greco, Torre Annunziata e Gragnano, in provincia di Napoli.
Nel XIII secolo i mulini furono trasformati in cartiere; queste producevano carta con una tecnica importata dalla Cina, impastando stracci di cotone, lino e canapa ed era denominata carta bambagina.
Questa carta si diffuse moltissimo all’epoca, era considerata molto pregiata ed erano ricamati sopra degli splendidi stemmi, favolose filigrane e disegni di vario genere che la resero famosa ben oltre i confini del Regno.
Federico II, a causa dell’eccessiva distribuzione di questa carta, fu costretto, nel 1220, a vietarla per la stesura di atti pubblici.
Nel corso dei secoli la valle prosperò grazie alle cartiere e alle vicine ferriere e l’attività raggiunse il suo apice nel ‘700 e si protrasse sino alla fine dell’800, quando poi gli eventi storici privarono il sud Italia delle necessarie risorse finanziare atte all’ammodernamento e alla meccanizzazione dei processi di lavorazione di queste fabbriche che, a causa di ciò, chiusero.
La chiusura di tali attività e le particolari condizioni climatiche del luogo, hanno permesso un rapido disfacimento delle strutture che adesso versano in rovina lungo il corso del torrente conservando intatte però tutte le suggestioni del caso.
Lungo le cartiere e le ferriere, talvolta, è possibile scorgere nella fitta vegetazione anche le vecchie abitazioni e gli antichi orti di chi lavorava e viveva in questi luoghi; si tratta di orti dove si trovano addirittura agrumi molto antichi e piante il cui uso alimentare è divenuto raro.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: Fabio Di Bitonto
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