Abbazia della Ferrara - L'arte nascosta
Provincia: Caserta
Tipologia: Abbazia
Stato attuale: Rudere
Periodo edificazione: XII secolo
Periodo abbandono: 1807
Motivo abbandono: Soppressione Monastero
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Non consentita
Tipologia: Abbazia
Stato attuale: Rudere
Periodo edificazione: XII secolo
Periodo abbandono: 1807
Motivo abbandono: Soppressione Monastero
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Non consentita
Il casertano è una terra piena di sorprese in fatto di abbandoni e, tra le altre, ci ha condotto fino ad un’antica Abbazia.
L’Abbazia della Ferrara sorge nei pressi di Vairano Patenora (CE), sulla Via Francigena che collega Roma a Brindisi; la sua costruzione fu commissionata nel lontano 1171 e affidata al monaco Giovanni de Ferraris e completata all'inizio del 1179 entrando immediatamente in attività.
Questo luogo ha un’importanza particolare, poiché si tratta della prima abbazia cistercense del Regno di Napoli e al suo interno hanno soggiornato personaggi di grande importanza sia del mondo religioso che del mondo laico:
Celestino V e Federico II di Svevia sono solo due dei nomi altisonanti che hanno trovato dimora tra queste mura.
L’abbazia aveva la particolarità di essere anche una delle poche ad
essere devota quasi unicamente allo Spirito Santo, cosa, all’epoca,
alquanto rara poiché, soltanto un secolo prima, la Chiesa aveva
cominciato a predicare l’avvento dello Spirito Santo come salvatore
della spiritualità della Chiesa stessa.
Nel XII secolo questo
luogo aveva una tale importanza da avere possedimenti in tutti i paesi
limitrofi, spingendosi dalle vicine Calvi, Presenzano, Vairano e Teano
sino ad Aversa, Mondragone, Capua ed Alife.
Ma il suo massimo
splendore lo raggiunse a cavallo fra il XIII e il XIV secolo, poiché era
sotto la gestione dell’Abate Taddeo, intimo amico di Federico II di
Svevia, che sfruttò proprio questa sua amicizia con l’Imperatore per
estendere i domini della badia nei territori di Mignano, Alvignano,
Isernia, Monteroduni, Troia, Benevento e Salerno inglobando anche alcuni
paesi vicini.
Fu proprio in questo periodo che Federico II e il suo consigliere, Pier delle Vigne, furono ospiti della struttura.
Il
potere, nel tempo, corruppe i monaci che conobbero un vero e proprio
decadimento morale al punto che, sotto il re Carlo d’Angiò, molti frati
furono arrestati, ci furono molti eventi nefasti e, dalle stesse
autorità, il monastero fu chiuso definitivamente nel 1807.
I fasti
e la grandezza del luogo possono essere riassunti da uno scritto di
Pietro de Marino, tratto dalla “Descrizione di Vairano del 1660”:
“Abbatia
della ferrara […] tiene sua Chiesa grande con molti altari, campanile
con tre campane grande et claustro con cisterna grande in mezzo con
celle sopra d'esso et altre commodità… a lato del quale Convento ci sono
più giardini con frutti verdume et agrumi con fontana d'acqua perenna
abonnante con vigna separata...”.
La visita alla
struttura è limitata da un cartello ben visibile su cui è indicato il
divieto di accesso e la proprietà privata; la struttura è veramente
ridotta male, entrare oltre le sbarre su cui
sono affissi i cartelli è praticamente inutile poiché l’ingresso sarebbe eccessivamente rischioso.
Allo
stato attuale è possibile osservare la struttura principale del
monastero, a forma di “L”, e un cortile molto ampio al suo interno; è
presente una cappella che sembra sorgere al termine di una lunga
struttura a stento visibile persa nella vegetazione che è difficile
definire.
Di recente la struttura, per fortuna, ha subito degli interventi di restauro sia ad una parte del tetto che ad un affresco, quello riguardante la sepoltura di un nobile, Malgerio Sogel, amico di Celestino V.
Purtroppo la cappella dove è conservato questo affresco rischia di crollare a causa delle precarie condizioni sopradescritte.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: Fabio Di Bitonto
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