Tocco - Il terremoto fatale
Provincia: Benevento
Tipologia: Borgo Castellare
Stato attuale: Ruderi
Periodo abbandono: 14 febbraio 1981
Motivo abbandono: Terremoto (6.9 e 5.0)
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Libera con restrizioni
Tipologia: Borgo Castellare
Stato attuale: Ruderi
Periodo abbandono: 14 febbraio 1981
Motivo abbandono: Terremoto (6.9 e 5.0)
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Libera con restrizioni
Tocco Vecchio è un antico borgo posto alle falde del Monte Taburno su uno sperone tufaceo all’interno del parco regionale del Taburno - Camposauro.
Sicuramente era presente al principio un castello attorno al quale si è poi sviluppato il primo impianto urbano.
Nell’XI secolo Tocco fu anche sede vescovile suffraganea dell’arcidiocesi di Benevento.
La sua storia è costellata di conquiste e sciagure, come quella di molti centri appenninici del sud; nel XII secolo fu conquistata dai Normanni e nel XIII secolo divenne feudo.
I terremoti ne hanno segnato inevitabilmente la storia e lo sviluppo; nel 1456 la città antica fu distrutta da un terremoto terribile che superò il 7.0 Richter provocando nelle zone limitrofe oltre 30.000 morti.
La città fu ricostruita e passò in mano ad altre famiglie feudatarie, ma questo terribile sisma le fece perdere prestigio e fu "retrocessa" a casale e non più feudo.
In seguito il borgo fu governato dai baroni Della Ratta di Caserta prima, dal marchese di Montecassino poi; con l’unità d’Italia Tocco divenne "Tocco Caudio" per distinguerlo da Tocco Casauria, nei pressi di Pescara.
Durante il ventennio fascista Tocco brillò di nuovo di luce propria avendo nelle proprie file personaggi importanti dell’epoca come Giuseppe Sala e Amedeo Mercarelli, rispettivamente podestà del paese e referente provinciale del partito fascista.
Nel 1962 l’ennesimo terremoto scuote il Sannio e arreca ancora un forte colpo a quest’antico borgo.
Con epicentro ad Ariano Irpino, la terra sviluppa un sisma di 6.2 Richter, sufficiente a radere al suolo molte case ma facendo, per fortuna, solo diciassette vittime.
Il centro fu abbandonato e ricostruito poco lontano, anche se l’abbandono non fu completo, molte abitazioni rimasero in piedi ed agibili.
Durante il ventennio fascista Tocco brillò di nuovo di luce propria avendo nelle proprie file personaggi importanti dell’epoca come Giuseppe Sala e Amedeo Mercarelli, rispettivamente podestà del paese e referente provinciale del partito fascista.
Nel 1962 l’ennesimo terremoto scuote il Sannio e arreca ancora un forte colpo a quest’antico borgo.
Con epicentro ad Ariano Irpino, la terra sviluppa un sisma di 6.2 Richter, sufficiente a radere al suolo molte case ma facendo, per fortuna, solo diciassette vittime.
Il centro fu abbandonato e ricostruito poco lontano, anche se l’abbandono non fu completo, molte abitazioni rimasero in piedi ed agibili.
A cavallo fra gli anni ’60 e ’70 almeno un quarto della popolazione lasciò il paese trasferendosi altrove in cerca di fortuna condannando il paese ad un lento ed inesorabile declino che si concluse in due tappe: la prima con la scossa di terremoto del 23 novembre 1980, quella di 6.9 Richter e la seconda con la scossa di terremoto del 14 febbraio 1981 di magnitudo 5.0 circa.
Il secondo sisma segna la data di definitivo abbandono del paese.
Attualmente, il borgo non è del tutto disabitato, poiché durante la visita sono state riscontrate palazzine nuove ed attività commerciali proprio alla base dello sperone roccioso che ospita il centro antico.
Inoltre, sempre all’interno del borgo antico, è stata accertata la presenza di alcune persone all’interno delle vecchie abitazioni che sono, con molta probabilità, adibite a stalle o depositi e non ad abitazioni.
La presenza di ristoranti alle falde dello sperone tufaceo fa si che ci siano alcune persone che si avventurino nel borgo, infatti, durante la visita, abbiamo incrociato molte persone.
Il borgo sembra si sviluppi prevalentemente su una strada principale che si dirige verso la chiesa del paese, posta alla fine dello stesso.
Forse c’è solo una strada parallela a quella principale o, almeno, così sembra oggi, alcuni punti del paese sono del tutto divorati dalla vegetazione e quindi non raggiungibili e le case sono tutte pericolanti.
Il secondo sisma segna la data di definitivo abbandono del paese.
Attualmente, il borgo non è del tutto disabitato, poiché durante la visita sono state riscontrate palazzine nuove ed attività commerciali proprio alla base dello sperone roccioso che ospita il centro antico.
Inoltre, sempre all’interno del borgo antico, è stata accertata la presenza di alcune persone all’interno delle vecchie abitazioni che sono, con molta probabilità, adibite a stalle o depositi e non ad abitazioni.
La presenza di ristoranti alle falde dello sperone tufaceo fa si che ci siano alcune persone che si avventurino nel borgo, infatti, durante la visita, abbiamo incrociato molte persone.
Il borgo sembra si sviluppi prevalentemente su una strada principale che si dirige verso la chiesa del paese, posta alla fine dello stesso.
Forse c’è solo una strada parallela a quella principale o, almeno, così sembra oggi, alcuni punti del paese sono del tutto divorati dalla vegetazione e quindi non raggiungibili e le case sono tutte pericolanti.
Molte tegole sembrano sospese nel vuoto in attesa di cadere, alcune sembra abbiano addirittura una posizione innaturale.
Particolari sono, invece, i molti affreschi che si trovano nelle abitazioni o negozi.
Un pugno nell’occhio è la chiesa che, ristrutturata, stona gravemente con quello che è il contesto attuale di abbandono.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: Fabio Di Bitonto
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