Serra - Un paese sulla cresta
Provincia: Teramo
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Non buono
Periodo edificazione: XI secolo
Periodo abbandono: XX secolo
Motivo abbandono: Spopolamento
Accesso: Su Strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Non buono
Periodo edificazione: XI secolo
Periodo abbandono: XX secolo
Motivo abbandono: Spopolamento
Accesso: Su Strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Il borgo di Serra è una frazione di Rocca Santa Maria nella provincia di Teramo. Serra è posta a 1100 metri di altitudine nello splendido scenario naturalistico del Parco Nazionale del Gran Sasso.
Al contrario di quanto si possa immaginare, il toponimo “Serra” deriva dal dialetto Serrə che significa cresta, proprio il luogo dove è stato costruito, una cresta di un monte a pochi passi dal torrente Vezzola.
Questo borgo è sempre stato frazione di altri comuni; una volta apparteneva a Rocca Bisegna, oggi appartiene a Rocca Santa Maria.
Gli abitanti, nel XIX secolo, periodo alquanto florido per Serra, erano
circa una quarantina.
Attualmente, nonostante versi in stato di abbandono, è al centro di progetti di recupero insieme ad altri borghi della zona, per produrre alberghi diffusi ed aumentare il turismo nella regione.
Attualmente, nonostante versi in stato di abbandono, è al centro di progetti di recupero insieme ad altri borghi della zona, per produrre alberghi diffusi ed aumentare il turismo nella regione.
Nonostante le poche case, l’elemento più interessante del borgo è la
chiesa, intitolata a San Salvatore, è posta nel punto più alto a padroneggiare
le vie di Serra.
Restaurata all’inizio dello scorso secolo, era il fulcro della festa dell’Ascensione in maggio, quando richiamava fedeli e curiosi da tutti i borghi circostanti.
Restaurata all’inizio dello scorso secolo, era il fulcro della festa dell’Ascensione in maggio, quando richiamava fedeli e curiosi da tutti i borghi circostanti.
Il borgo oggi è disabitato, o almeno è definito così, perché una persona ancora ci vive e resiste all’oblio.
Le motivazioni dell’abbandono sono da ricercare, forse, fra lo spopolamento volontario in cerca di fortuna da parte degli abitanti ed anche, magari, alle difficoltà che questo territorio offre dal punto di vista geologico.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: IcaroDroni
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