San Felice - Il medioevo dimenticato
Provincia: Caserta
Tipologia: Borgo fortificato
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XI secolo
Periodo abbandono: 1954
Motivo abbandono: Spopolamento
Accesso: Su strada sterrata
Modalità di visita: Non consentita
Tipologia: Borgo fortificato
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XI secolo
Periodo abbandono: 1954
Motivo abbandono: Spopolamento
Accesso: Su strada sterrata
Modalità di visita: Non consentita
Il borgo di San Felice è situato su un’altura a ridosso delle catene montuose della piana casertana.
Si tratta di uno splendido borgo medievale fortificato con tutta una serie di torri di avvistamento lungo la cinta muraria ed un castello nella zona centrale più elevata.
La zona è senza dubbio stata abitata sin dall’epoca dei Sanniti, ma la costruzione di un insediamento stabile è da far risalire al medioevo.
L’abbandono risale al secondo dopoguerra sia per una questione di emigrazione forzata alla ricerca di lavoro, sia per le condizioni non proprio ottimali di vita sulla collina; non esisteva l’acqua corrente e mancavano quasi tutti i servizi essenziali, inoltre, già molte persone stavano iniziando a trasferirsi a valle, potendo usufruire, in tal modo, di acqua corrente ed elettricità.
Quando si giunge nei pressi del paese nuovo si può scorgere senza difficoltà l’altura su cui è sito il vecchio abitato; si prosegue prima in auto e poi a piedi lungo una strada sterrata senza alcun tipo di ostacolo o divieto e, man mano che ci si avvicina, si iniziano a scorgere i primi ruderi.
Si tratta sicuramente di case più recenti, costruite al di fuori delle mura antiche e di cui rimane ben poco anche a causa della vegetazione molto fitta che impedisce una corretta visione.
Dopo questi ruderi si inizia ad entrare in una dimensione del tutto differente; sembra di essere in un sogno o d’essere tornati indietro nel tempo.
Dalle fronde degli alberi appare il castello che ha sulla sommità una bandiera italiana che sventola fiera al vento e sulla sinistra si trova il portale di accesso al borgo.
La pavimentazione è quella di grandi ciottoli originale, sono bianchi e lisci; qua e là si vedono mattonelle esagonali che, successivamente, risulteranno appartenere alla pavimentazione della chiesa.
Attraversare il portale fa sentire un po’ come in un vecchio film con Paul Walker, “Timeline”, quando gli sventurati protagonisti si trovano, per una serie di eventi, a viaggiare nel tempo in un’epoca molto vicina a quella di cui parliamo.
I sentieri del borgo sono aggrediti dalla vegetazione e l’erba è assai alta, si prosegue sino alla piazza, la cui erba è ben curata e si accede alla chiesa che, probabilmente, è stata svuotata dei suoi beni e, successivamente, vandalizzata sia dall’uomo che dal tempo.
L’abside è crollato, gli affreschi sono ormai sbiaditi e tante scritte sono comparse sulle mura; mucchi di rocce sono ammassati ai lati della navata e la fede sembra avere abbandonato tanto tempo fa questa casa di Dio.
Nella parte nord orientale del paese ci sono molte abitazioni munite, sull’esterno, di un bellissimo forno a legna; purtroppo non ci si può addentrare troppo a causa della vegetazione e dell’instabilità degli edifici.
Tutto il borgo è in stato di abbandono, oramai non ci sono più strutture sane, la chiesa è forse quella meglio conservata, senza contare, però, la chiesa posta sulla strada sterrata che conduce al borgo che è stata del tutto ristrutturata.
Si cerca di raggiungere anche il castello, forse la seconda struttura ben conservata, ma è impresa ardua a causa dei rovi che non consentono facilmente l’avanzamento; quando finalmente
si è di fronte al castello a terra si nota, fra la vegetazione, un buco con una stanza molto profonda.
Probabilmente si tratta di una antica cisterna d’acqua che, però, a giudicare dal contenuto attuale, doveva avere ceduto parte della volta e rendeva il camminamento molto pericoloso.
Il castello risulta anche inaccessibile a causa della mancanza di gradini, forse crollati ma non si è proseguito oltre per ragioni di sicurezza.
Gli abitanti parlano, anzi, chiedono, a gran voce, un recupero.
Nel 2012 un’ordinanza comunale ha invitato i cittadini a presentarsi in comune qualora avessero vantato diritti di proprietà sui vecchi edifici; ciò è stato fatto in seguito alla acquisizione del borgo in toto da parte del comune centrale poiché pare esista un progetto di riqualificazione.
Inoltre, si apprende, successivamente alla visita, che esiste un’ordinanza comunale che vieta l’accesso al borgo. Non sappiamo se sia ancora in vigore o meno, ma è corretto segnalarlo così come è stato sottolineato all’inizio dell’articolo che l’accesso è stato libero e privo di ogni segnaletica di divieto.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: Fabio Di Bitonto
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