Croce - Le schiave dei Saraceni
Provincia: Caserta
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Buono
Periodo edificazione: IX-X secolo d.C.
Periodo abbandono: anni ‘50
Motivo abbandono: Emigrazione
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Libera
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Buono
Periodo edificazione: IX-X secolo d.C.
Periodo abbandono: anni ‘50
Motivo abbandono: Emigrazione
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Libera
Croce è uno dei due centri abitati che compone il comune di Rocchetta e Croce, in provincia di Caserta.
È situata a mezza costa su un monte ed è stato un centro abitato fondato a causa delle incursioni saracene più di mille anni fa.
Sia Croce che Rocchetta nacquero dall’abbandono dell’antica Cales che si trovava appena a valle dei promontori su cui sorgono i due centri; l’abbandono fu dettato, come detto, dalle continue incursioni saracene che ridussero allo stremo il centro abitato di Cales intorno al 900 d.C..
Il luogo prefissato ed ideale era quello di Rocchetta, uno sperone roccioso protetto da tre lati dallo strapiombo naturale ed il quarto fortificato e inaccessibile; i due comuni dipendevano comunque da Calvi, sia come diocesi che come amministrazione.
I Saraceni riuscirono comunque a conquistare il luogo e ne fecero la fucina per la compravendita di schiave, infatti, furono moltissime le giovani donne portate verso oriente dai mercanti saraceni; in seguito, i Normanni, non pensarono nemmeno di provare ad attaccare quella fortificazione (Rocchetta N.d.R.) che nel frattempo era stata modificata ed ulteriormente fortificata che poi, a poco a poco, divenne un luogo di preghiera.
È proprio in questo periodo che comincia ad affermarsi la frazione di Croce, in quanto precedentemente era un minuscolo centro agricolo che ebbe una crescita essendo il crocevia per il raggiungimento di due importantissimi luoghi di preghiera del luogo posti sulle alture impervie retrostanti l’abitato.
Il borgo fu abbandonato intorno agli anni ’50 per le precarie condizioni in cui versavano le strade per raggiungerlo ed anche perché la popolazione si allontanò in cerca di fortuna; molte sono le persone trasferitesi negli U.S.A. ed in altri stati stranieri mentre altri hanno trovato lavoro nella vicina Napoli e sono quei pochi che, talvolta, fanno ritorno qui ed hanno delle vecchie case ancora in buone condizioni.
Il giorno in cui è stato esplorato il borgo era il giorno del pellegrinaggio all’eremo di San Salvatore, posto a quasi 900 metri di altitudine e raggiungibile da un sentiero che parte dalla
chiesa del paese e, impervio, conduce sino a questa struttura religiosa incastonata fra le rocce e nascosta.
Molte sono le strutture irraggiungibili a causa della vegetazione e altre sono così pericolanti da non poter essere esplorate; il borgo è piccino ma riesce ugualmente a coinvolgere chi vi fa visita alla ricerca di antiche suggestioni.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: Fabio Di Bitonto et al.
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