Tassu ('u Tassu) - Il paese dei tassi
Regione: Corsica
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XII secolo
Periodo abbandono: 1935
Motivo abbandono: Isolamento geografico
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Libera
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XII secolo
Periodo abbandono: 1935
Motivo abbandono: Isolamento geografico
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Libera
Tassu è un piccolo villaggio abbandonato situato sui monti nei pressi di Marignana, in Corsica ed era uno dei centri più elevati dell’isola a circa 860 metri di altitudine.
Il toponimo originario era “’u Tassu” ed indicava, evidentemente, una forte presenza animale (il tasso appunto) piuttosto che umana.
Nel suo periodo di massima espansione Tassu contava un centinaio di abitanti circa che vivevano in poche case; il borgo non era enorme, ma aveva un’importanza strategica poiché si trovava tra le mulattiere e i sentieri battuti da coloro che attraversavano l’isola da una parte all’altra, quindi era un luogo di passaggio dove ci si poteva fermare e rifocillare.
Nel XX secolo sono state costruite moltissime strade e superstrade e Tassu ha subito un brutto colpo essendo stata tagliata fuori dal cosiddetto mondo civilizzato; l’ultimo abitante, Pascal Battesti, è morto nel 1935 e da allora nessuno, o quasi, ha più popolato Tassu, tranne gli escursionisti e i cacciatori che spesso passano per i vecchi sentieri di una volta.
La sua storia si perde nel tempo come i suoi sentieri fra gli alberi:
fu edificato nel XII secolo e le prime menzioni risalgono al 1450 circa; divenne un centro importante nel 1582 e ciò è testimoniato dal fatto che diventò parrocchia staccandosi così dalle dipendenze degli altri nuclei urbani della zona.
Col tempo, nonostante le poche case, le zone del paese avevano nomi definiti a guisa di quartieri; quelli che rimangono rintracciabili sono: piazza di ghjesa, piazza di la olmu, Burghettu, Croci, Caddagjola, Fugghjcchja, Palmentu e Fiumu.
Negli anni ’70 alcuni hippies tentarono di ripopolare il borgo cercando di stringere un rapporto più stretto con la natura, ma l’eccessivo isolamento del luogo ha messo a dura prova anche loro che, dopo poco tempo, lo abbandonarono a loro volta.
Di recente è stata restaurata la chiesa ma pare che sia l’unico intervento previsto e che tutte le altre rovine del paese siano destinate al disfacimento del tempo.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto:
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