Savogno e la roccia del diavolo
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Provincia: Sondrio
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Buono
Periodo edificazione: Medioevo
Periodo abbandono: 1968
Motivo abbandono: Migrazione in città
Accesso: Su scalinata
Modalità di visita: Libera
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Buono
Periodo edificazione: Medioevo
Periodo abbandono: 1968
Motivo abbandono: Migrazione in città
Accesso: Su scalinata
Modalità di visita: Libera
Savogno è un antico borgo medievale in provincia di Sondrio situato in val Bregaglia.
Chiunque lo abbia visitato ha conservato un bellissimo ricordo, la sua prima caratteristica è di poter essere raggiunto solamente a piedi, infatti, c’è una lunga e faticosa scalinata (2800 gradini) costruita apposta per raggiungerlo. Lungo il percorso è possibile ammirare gli oggetti di architettura rurale spontanea, come mura e parapetti di legno.
Il borgo è importante anche perché oggetto, in passato, di studi per la sua particolarissima conformazione urbanistica. Il paese si distingue dagli altri della stessa zona poiché c’è una netta distinzione fra abitazioni e stalle e le case sono stranamente a più piani.
Nel borgo è presente una chiesa, dedicata a san Bernardino datata 1465, con interessanti affreschi al suo interno.
Il primo ampliamento della chiesa ci fu venti anni dopo, quando fu costruito il campanile che è l’unico della valle a conservare i caratteri quattrocenteschi; all’uscita della chiesa c’è una delle più splendide vedute sulla valle dell’intero paese.
Andando nella parte alta, s’incontra la vasca per la raccolta idrica,
particolare perché ha una parte riservata alle persone ed una per
l’abbeveramento degli animali, caratteristica igienica che forse ha
preservato il paese dal diffondersi della peste nel XVII secolo.
Il
borgo non è del tutto abbandonato poiché, da qualche anno, c’è un
rifugio/albergo in quanto il borgo è effettivamente molto frequentato
dai turisti.
Il periodo di massima
espansione fu verso la fine del XIX secolo, quando furono costruite
un’altra chiesa, un lavatoio ed il cimitero.
Questi sorse in
quanto situato in una zona di passaggio lunga la via obbligata che
collegava le valli del Reno con la Valchiavenna ed era inoltre meta
obbligata per chiunque si recasse a Coira, capitale delle Tre Leghe
Grigie.
Il borgo si è spopolato nel XX secolo, con gli ultimi
abitanti, dei circa quattrocento originari, che abbandonarono le loro
case intorno agli anni ’60 a causa dell’esodo verso le città.
Una leggenda narra che sul paese ci sia una maledizione fatta dal diavolo in persona il quale, per rivendicare tale maleficio, abbia impresso la propria impornta su una roccia che si incontra durante il tragitto verso il paese, questa roccia è chiamata “il sas de l’anticrist”.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto:
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