Sacco - La donna murata viva
Provincia: Salerno
Tipologia: Borgo con castello
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: VII sec
Periodo abbandono: XIX sec
Motivo abbandono: Espansione a valle
Accesso: Su sentiero e scale
Modalità di visita: Libera
Tipologia: Borgo con castello
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: VII sec
Periodo abbandono: XIX sec
Motivo abbandono: Espansione a valle
Accesso: Su sentiero e scale
Modalità di visita: Libera
Il borgo abbandonato di Sacco Vecchia si trova alle falde del massiccio del Monte Motola (1700m) nell'alta valle del Cilento al confine con il Vallo di Diano.
Posto a circa 90 km dal capoluogo Salerno, è incastonato fra i comuni di Corleto Monforte, Laurino, Piaggine, San Rufo, Teggiano e Roscigno, dove è presente un altro celebre paese fantasma.
Il nome pare derivare dal latino "Saccus", inteso come insenatura, che nel tempo ha assunto il significato di "senza uscita", probabilmente riferito al luogo impervio e a strapiombo dove era stato costruito il castello; altra teoria vuole che derivi da "Saccia" che era la consorte del duca Zottone di Benevento la quale fu rinchiusa fra le mura del castello a causa di un presunto adulterio.
Il territorio di Sacco è ricchissimo di storia; nelle caverne circostanti la rupe su cui sorge il vecchio abitato, nei pressi del fiume Sammaro si riscontrano reperti risalenti al III secolo a.C. e lo stesso borgo risale all'epoca Longobarda.
Sacco Vecchia si sporge su una rupe che da su una stretta valle dove scorre il fiume Sammaro, ci sono molti luoghi di notevole interesse naturalistico, non a caso in queste acque si può ammirare la lontra.
Il fiume Sammaro e la sua stretta valle sono sormontati da un altissimo ponte detto Ponte di Sacco, famoso per essere uno dei più alti a campata unica d'Italia.
Il paese vecchio fu abbandonato probabilmente nel XIX secolo per una questione di praticità, infatti l'espansione a valle favoriva una maggiore mobilità e nel novecento, grazie alla tecnologia, era impensabile rimanere ancora su quella rupe, quindi il paese finì di espandersi ulteriormente anche grazie alla costruzione della variante stradale che passava proprio lì vicino.
Luoghi di una certa rilevanza sono:
- La Chiesa di S. Nicola di Myra
- Castel Vecchio
- Grotta di Jacopo
- Chiesa di San Nicola
- Chiesa di San Silvestro
La chiesa di San Nicola di Myra è una chiesa molto antica costruita su una parete rocciosa che occupa un vasto terreno.
Proprio dalla chiesa si scorge il castel Vecchio, risalente al 600 d.C., da cui si accede per mezzo di un cancello; la costruzione doveva essere imponente, occupa tuttora almeno 3000mq con il suo vasto cortile a cui si accede dopo avere varcato un ponte levatoio, doveva avere anche delle stanze molto grandi e una bellissima torre longobarda. Il castel Vecchio doveva essere molto grande e visibile da molto lontano per la sua imponenza.
Nel sentiero che porta al fiume Sammaro si trova la grotta dello Jacopo; la grotta possiede due ingressi ben nascosti dai rovi e al suo interno possiamo vedere una grande stanza che porta in una seconda ricca di speleotemi e di materiale crollato dalla volta; in questa seconda stanza ci sono due pozzi da cui circolavano le acque.
La storia che vuole che il toponimo "Sacco" derivi da Saccia è una leggenda che ancora si narra in zona ed è l'infelice storia di Saccia:
Si racconta che il duca Zottone rinchiuse la consorte Saccia in una delle stanze del Castello, colpevole probabilmente di adulterio.
La vicenda fece scalpore al punto che l’abate Francesco Sacco la menziona nel suo “Dizionario Istorico Geografico del Regno di Napoli” del 1796: “Questa terra si vuole essere stata edificata dagli abitanti della distrutta terra di Castel Vecchio, ove era un castello fatto dà duchi di Benevento, ed in cui fu relegata Saccia moglie di uno dei duchi di Benevento. Distrutto quello castello, gli abitanti di Castel Vecchio edificarono la presente terra e la vollero chiamare Sacco in memoria di Saccia relegata nel castello della terra di Castel Vecchio”.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto:
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