Roca Nuova - La diaspora dei suoi abitanti
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Provincia: Lecce
Tipologia: Borgo medievale
Stato attuale: Discreto - restaurato
Periodo edificazione: 1480
Periodo abbandono: 1850 ca.
Motivo abbandono: Epidemia-Abolizione sgravi fiscali
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Non consentita
Tipologia: Borgo medievale
Stato attuale: Discreto - restaurato
Periodo edificazione: 1480
Periodo abbandono: 1850 ca.
Motivo abbandono: Epidemia-Abolizione sgravi fiscali
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Non consentita
Roca Nuova (Roca Noa) è un piccolo borgo medievale abbandonato ed ora restaurato per far posto agli eventi estivi.
Il buono stato di conservazione delle strutture ha reso possibile il restauro.
Gli edifici più importanti sono la torre e la chiesa di San Vito.
Roca Nuova nacque dai cittadini di Roca Vecchia che furono costretti a trasferirsi più all’interno, a circa quattro chilometri, aiutati dai fondi erogati dal Re di Napoli, per sfuggire alle continue incursioni dei turchi.
A seguito delle suddette incursioni, i rocani si erano oramai sparpagliati ovunque; così, per cercare di ricostruire non solo fisicamente il paese, ma anche la popolazione rocana, fu deciso di dare a titolo completamente gratuito una casa a Roca Nuova a qualsiasi rocano ne avesse fatto richiesta.
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Tale offerta fatta dal Re di Napoli e dal Vescovo di Lecce fu
inizialmente rifiutata dagli ex abitanti di Roca, ma col tempo si resero
conto che tale offerta andava accettata a causa delle difficoltà che
incontravano andando alla ricerca di una sistemazione. In fin dei conti
molti di loro vivevano in grotte preistoriche e la cosa creava non pochi
disagi.
La fondazione del nuovo nucleo urbano avvenne nel 1480,
ma il più consistente trasferimento di abitanti ci fu a metà del XVI
secolo, dove gli ex residenti della vecchia Roca decisero di trasferirsi
in questo nuovo centro urbano.
Il nuovo abitato aveva, nel
centro, una grande piazza all’interno della quale si adibiva il mercato,
poi c’erano almeno quattro nuclei che fungevano da abitazioni, il
castello baronale e la chiesa; erano presenti anche due pozzi nella zona
centrale ed uno periferico.
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Da antiche mappe risalenti all’epoca della fondazione, il castello
baronale e la chiesa pare fossero uniti da un ponte chiuso e coperto che
permetteva ai nobili di raggiungere la chiesa senza doversi “mischiare”
alla gente comune, anche se oggi è impossibile vedere anche solo un
segno sulle strutture che indichi la veridicità di tali illustrazioni.
Assieme
alla costruzione di Roca Nuova, furono ordinate sei torri di
avvistamento a Roca Vecchia e, pare, che anche le abitazioni di Roca
Nuova fossero state costruite secondo le tecniche militari del luogo a
guisa di torre di avvistamento.
L’abbandono fu causato da vari
fattori; in primis, le abitazioni erano piuttosto piccole e disponevano
di un rudimentale water che, però, causava non pochi problemi: era un
semplice
buco nel terreno e ciò produceva nauseabondi fetori, inoltre, col
tempo, causava epidemie di colera. Un altro motivo che portò
all’abbandono di Roca fu l’abolizione, nel 1834, dei privilegi fiscali
ai comuni con meno di 500 abitanti; il terzo ed ultimo motivo fu
l’epidemia di malaria che imperversava a quel tempo in quel territorio.
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L’abolizione degli sgravi fiscali ebbe un effetto dirompente e la
popolazione si trasferì nei centri vicini; Roca nel suo periodo di
maggiore splendore, a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, contava più
di 1500 abitanti, ma quando oramai le incursioni turche e quelle dei
pirati terminarono, la gente iniziò nuovamente a popolare la costa e la
vecchia Roca diminuendo drasticamente il numero di residenti a Roca
Nuova.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto:
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