Rione dei Fossi - La fossa degli orfici - Paesi Fantasma

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Rione dei Fossi - La fossa degli orfici

Paesi Fantasma > Italia > Puglia
Provincia: Foggia
Tipologia: Borgo Castellare
Stato attuale: Vario
Periodo edificazione: I – V secolo d.C.
Periodo abbandono: 1930
Motivo abbandono: Sisma (6.7 Richter)
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Libera
Il Rione dei Fossi è la parte più alta e antica del comune di Accadia, in provincia di Foggia.
Accadia è un comune localizzato nella fascia appenninica ad oltre 600 metri di altitudine al confine con la Campania; la sua storia è assai particolare, poiché è uno dei comuni più giovani della provincia di Foggia, dato che la sua annessione è datata 1927, a discapito della provincia di Avellino.
Questo singolo evento è utile a comprendere una delle principali peculiarità del luogo, vale a dire l’essere zona di confine con tutti gli svantaggi e vantaggi del caso, ovvero essere conteso e distrutto ma anche luogo di passaggio obbligato e luogo strategico.
Il nome Rione dei Fossi deriva da un errore di traduzione di “Fossa Agroecorum” che vuol dire Fossa degli Orfici (o asociali); tale denominazione fu data poiché gli abitanti del luogo vivevano in grotte e non erano particolarmente socievoli.
Il Rione Dei Fossi ha una storia antica che però è antecedente addirittura all’anno zero; infatti, si pensa che il Rione dei Fossi sia sorto dalle ceneri della città di Eca, distrutta nel lontanissimo 88 a.C.
Il territorio di Accadia conserva molte tracce del passaggio dei romani, ma non è possibile stabilire con poco margine di errore il momento in cui fu edificato il primo nucleo urbano del Rione dei Fossi; si ipotizza sia avvenuto fra il I e il V secolo d.C.

La difficoltà nell’accertare la nascita del borgo è dovuta anche al fatto che abbia dovuto spesso far fronte alla distruzione e alla ricostruzione ex novo causata sia dalle incursioni nemiche ma anche dalla natura che si è spesso scatenata come quando i terremoti l’hanno rasa al suolo nel 1456 (7.1 Richter), 1930 (6.7 Richter) e 1962 (6.2 Richter), solo per citare alcuni dei più forti.
Nonostante tutto il paese ha sempre cercato di conservare il Rione con una cura, cercando di ricostruirlo valorizzandolo e conservando identità storica, culturale e architettonica.

Nella sua lunga storia il Rione dei Fossi ha avuto dei ruoli molto importanti, durante il periodo romano la zona era un importantissimo luogo di culto ricchissimo di templi pagani e dimore sacerdotali diventando, in epoca medievale, una roccaforte possente a difesa delle enormi ricchezze contenute nei templi esistenti. Le unità abitative però, in questo periodo, erano spostate in casali sparsi nelle zone circostanti a favore della roccaforte.
Il borgo antico fu abbandonato dopo il terremoto del 1930 e gli abitanti decisero di popolare la zona più bassa della collina.
Al borgo si accede attraverso una porta, la Porta di Capo, e si accede al borgo che ha una caratteristica forma a chiocciola con al centro la chiesa dei Santi Pietro e Paolo.
La parte più elevata è tutta ristrutturata e abbandonata, con case anche ben rifinite ma poi gettate al tempo mentre la parte più bassa, quella che si sviluppa sul versante roccioso e nella quale le case sono scavate nella roccia, è in stato di abbandono e aggredito dalla vegetazione. Le grotte risalgono al neolitico e sono state continuamente sfruttate sino alla fine del XX secolo e probabilmente alcune sono ancora usate come cantine.
La caratteristica delle case scavate nella roccia ricorda moltissimo la vecchia Matera e costituisce una peculiarità assai rara che potrebbe essere potenzialmente sfruttata per scopi turistici.
Il Rione dei Fossi è un’accozzaglia apparentemente disordinata di grotte, vicoli stretti, moderno e antico che si aggrappa ad una collina sormontata da una chiesa che crea nel visitatore un fascino e un’attrazione uniche nel loro genere.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Fabio Di Bitonto
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