La città si presentava nel tipico stile architettonico sovietico, con palazzoni privi di qualsivoglia abbellimento ma dotata di tutti i comfort possibili, dalle scuole primarie, secondarie, sino a quelle professionali, il Palazzo della cultura, alberghi, il cinema, palestre, l’ospedale, piscine, un parco e stadi.
La città era ovviamente collegata con altri importanti centri della zona attraverso una rete ferroviaria ed un’autostazione che servivano anche un piccolo centro industriale sorto ai margini della zona urbanizzata.
Il Luna Park, costruito come centro di ritrovo e di divertimento, è successivamente divenuto l’emblema ed il simbolo di una città morta a cui non appartengono più nemmeno i suoi fantasmi, sfuggiti chissà dove dalle radiazioni.
Il Luna Park non fu mai inaugurato, poiché la sciagura di Chernobyl la colpì prima della sua apertura.
La triste e celeberrima data, quella del 26 aprile del 1986, rievoca in chiunque avesse un’età sufficiente, brividi e paura, fu la data in cui l’intera Europa entrò nel terrore, il terrore del fantasma nucleare che l’avviluppo per molto tempo e che ancora oggi stenta ad andare via.
Il reattore numero 4 della centrale di Chernobyl esplose proprio quella notte, provocando una perdita di radiazioni che ancora oggi non è stata colmata.