Perlora - La villeggiatura estinta - Paesi Fantasma

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Perlora - La villeggiatura estinta

Paesi Fantasma > Mondo > Spagna
Luogo: Asturie (ES)
Tipologia: Città di villeggiatura
Stato attuale: Buono
Età di edificazione: 1954
Data di abbandono: 2006
Motivo dell’abbandono: Crisi (Probabile)
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Libera
“El Paraiso Natural” delle Asturie, così definite in Spagna, offrono spunti per ogni tipo di turismo; innanzitutto non sono una meta assai ambita, e già questo permette di raggiungerle e soggiornare con una certa calma e tranquillità.
L’abbandono è presente ovunque, già dalle molteplici strutture nelle città si può capire che, allontanandosi un po’ dal centro cittadino, la situazione possa essere più interessante.
Vecchie chiese, monasteri, casali, palazzi nobiliari, ferrovie e così via, sino a Perlora che rientra nella categoria delle Ghost Towns; a differenza di tanti altri paesi, oggi abbandonati, delle Asturie, definibili come i nostri alpeggi data la loro ubicazione, Perlora è un moderno centro urbano posto su delle scogliere a picco sul mare.
Ci troviamo sulla costa nord della Spagna, a ovest di Gijon, fra i paesi di Candas e Xivares, fra le coste e le scogliere, probabilmente, fra le più belle d’Europa.
La sua storia iniziò nel 1954 come una specie di villaggio turistico, ma con una base di paese vera e propria, per i dipendenti di varie aziende che non potevano permettersi una villeggiatura.
L’idea di base piacque alle aziende stesse, così come ai dipendenti più abbienti, che finanziarono la costruzione della cittadina a soli due chilometri dal centro urbano di Candas, cosi che fosse anche facilmente raggiungibile.
Perlora era dotata di un albergo di oltre novanta camere, un piccolo ospedale, una mensa per i poveri, una chiesa, il parco giochi, la caffetteria, campi di calcio e tennis, mini golf, ristorante, lavanderia, supermercato, ben due spiagge bellissime ed una stazione ferroviaria dedicata. Era, pertanto, un vero e proprio quartiere residenziale con quasi trecento case e 1500 posti letto, senza considerare l’albergo e i lavoranti che erano almeno 200.
A suo tempo Perlora era considerata, nonostante l’idea di base fosse diversa, la più importante ed imponente offerta turistica di tutta la regione infatti, era inevitabile che un luogo del genere non fosse preso d’assalto dal turismo locale.
Il periodo d’oro di Perlora fu negli anni ’70 e parte degli anni ’80, quando poi iniziò il declino causato dalle grandi industrie che persero interesse nella struttura e smisero di finanziarla.
La cittadina finì nelle mani del Principato delle Asturie che poi le fece chiudere i battenti nel 2006 dopo aver abbattuto l’imponente albergo.
Oggi è possibile visitare Perlora, l’accesso è libero, anche se francamente la vigilanza all’ingresso fa pensare il contrario.
Personalmente, al mio arrivo, l’auto della vigilanza e il gabbiotto all’ingresso mi hanno spaventato e deluso, poi ho notato che la gente del luogo va a passeggiare nel vecchio abitato e porta i cani a correre nei prati e sulle spiagge.
Un uomo che stava adoperando gli attrezzi della piccola palestra pubblica di Perlora (nelle Asturie gli attrezzi per fare ginnastica si trovano nei parchi e sono pubblici), mi ha raccontato la storia di questo luogo che mi ha affascinato tanto, facendomi riflettere sulle differenze fra il mio paese e la Spagna, dove qui, in Italia, non c’è più lo spazio fisico per costruire, trovare spiagge libere è un’impresa, mentre in Spagna c’è ancora spazio per l’abbandono, per la natura e per la riflessione su come riconvertire i luoghi. Non a caso, proprio qui, nasce una delle vie verdi, ovvero la riconversione delle vecchie ferrovie in percorsi naturalistici adatti anche ai disabili.
La cittadina appare spettrale, le vie sono deserte e le foglie si accumulano ai lati delle strade. Le case sono tutte chiuse, molte di queste sono dei vecchi horreos riconvertiti e restaurati, vale a dire delle vecchie tipiche costruzioni asturiane caratterizzate dal piano di calpestio a circa 1,5/2 metri di altezza sorrette da pali, come moderne palafitte; altre strutture hanno grandezze variabili e stili diversi e sono di concezione relativamente moderna.
Tutto sembra immobile, fino a che non arrivo nei pressi della vecchia chiesa, dove ci sono anche i campi di calcio e tennis; molte persone approfittano di questi campi, comunque ancora curati, per venire a disputare delle partite e, poco distante, una delle abitazioni scopro essere ancora abitata. Lungo la spiaggia è tutto ben curato, probabilmente durante la stagione estiva qui la gente viene a fare qualche bagno e la discesa sulla spiaggia è ben tenuta. C’è ancora la struttura per il primo soccorso e, chissà, il bar magari apre ancora, anche se i prezzi e i prodotti esposti sui cartelloni sembrano risalire a qualche anno fa.
Perlora è il fantasma della villeggiatura, forse a causa della crisi che qualche anno fa colpì la Spagna e più duramente il nord del paese, riferibile al nostro sud più povero e bistrattato.
Ma la contraddizione delle Asturie è che potrebbero essere definite, oltre che paradiso naturale, anche un potenziale paradiso turistico poiché i monti, le valli, i paesaggi naturali, il mare, le splendide scogliere, le città di lunga storia e importante cultura, la tradizione rurale, il cibo ottimo e la gente semplice e disponibile potrebbero essere gli elementi perfetti per una zona ben più famosa e visitata.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Fabio Di Bitonto
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