Occi - L'arsura e il panorama mozzafiato
Regione: Corsica
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Mediocre
Periodo edificazione: XIV-XV secolo
Periodo abbandono: 1927
Motivo abbandono: Approvvigionameno idrico
Accesso: Su sentieri
Modalità di visita: Libera
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Mediocre
Periodo edificazione: XIV-XV secolo
Periodo abbandono: 1927
Motivo abbandono: Approvvigionameno idrico
Accesso: Su sentieri
Modalità di visita: Libera
Un vero e proprio paese-belvedere; Occi doveva essere così, a quasi 400 metri di altitudine affacciato sul golfo di Calvi.
Ma la sua storia non è proprio felice come ci si sarebbe potuti aspettare; infatti, il paese nacque per un’esigenza abbastanza triste ma comune nel XV secolo: la difesa dai Saraceni che, periodicamente, attaccavano le coste del Mediterraneo.
Così, gli abitanti, dalla costa si trasferirono verso la collina e fondarono il nuovo paese.
Alla fine del XVI secolo Occi raggiunse il suo picco di abitanti con circa 150 unità che poi man mano andarono scemando sino a quando, nel 1927 morì il suo ultimo abitante: Felix Giudicelli.
L’abbandono fu causato dal fatto che il luogo scelto per fondare il nuovo paese avesse tutto quello che servisse, ma nessuno aveva pensato che la sorgente da cui gli abitanti attingevano l’acqua potesse non reggere lo sfruttamento e andare ad esaurirsi.
Alcuni edifici, in particolar modo sacri, sono stati restaurati in un tempo successivo all’abbandono, ma il resto delle strutture versa in stato di abbandono.
La località è divenuta molto turistica, difatti sono stati sistemati i sentieri che portano all’antico borgo perché, come detto, da qui si gode di uno dei panorami più spettacolari della zona ed anche perché, durante le feste di paese, la statua di San Nicola viene portata sin qui in processione.
Non è il lato della Corsica più famoso, ma sicuramente è suggestivo e mozzafiato; in questi abbandoni ancora si respira il forte legame che quest’isola ha sempre avuto con la vicina Sardegna, di quella che noi oggi chiamiamo Italia…
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto:
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