Monterano - Il set cinematografico per eccellenza
Paesi Fantasma > Italia > Lazio

Provincia: Roma
Tipologia: Borgo fortificato
Stato attuale: Ruderi
Età di edificazione: V-IV sec. a.C
Data di abbandono: 1799 -1800
Motivo dell’abbandono: Guerra
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Libera
Stato attuale: Ruderi
Età di edificazione: V-IV sec. a.C
Data di abbandono: 1799 -1800
Motivo dell’abbandono: Guerra
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Libera
Come tanti borghi fortificati della zona, Monterano è arroccato su un’altura tufacea.
Conosciuta prevalentemente per l’uso cinematografico che ne è stato fatto, rappresenta, forse, la città fantasma più famosa del Lazio.
I primi insediamenti abitativi in questa zona risalgono addirittura all’età del bronzo, ma già allora subì un abbandono; nel VII a.C. secolo risulta esistere un florido centro urbano etrusco.
La cittadina fu ribattezzata in epoca romana come Manturanum e proprio sotto il dominio della vicinissima Roma divenne sede episcopale e poi proprietà dell’abbazia di San Paolo in Roma che ne contribuì alla fortificazione attraverso la costruzione di una torre quadrangolare.

La bontà del territorio e le capacità difensive delle fortificazioni facevano si che il borgo fosse agognato da molti, dalla chiesa sino alle famiglie di potenti durante tutto il medioevo.
Il borgo fu governato sempre da famiglie vicine al Papa sin dal XIV secolo.
Il XVII secolo fu il periodo in cui fu costruito il celeberrimo acquedotto che si ammira dal paese, uno dei luoghi in cui emerge in superficie; ammirarlo ancora è possibile grazie a delle imponenti opere di restauro che hanno consentito alla struttura di rimanere integra.
La struttura più imponente del vecchio borgo è il castello che, però, ha subito notevolissime modificazioni nel tempo, soprattutto nel XVII secolo durante l’epoca barocca.
Infatti, fu in questo periodo che ci fu la trasformazione del castello in vero e proprio palazzo signorile, con annessa la famosa “Fontana del leone” su una delle facciate.

Importante anche il convento di San Bonaventura, progetto del famoso Bernini, costruito al di fuori delle antiche mura in una zona pianeggiante con una splendida fontana di forma ottagonale.
Monterano iniziò lentamente a perdere importanza per una serie di fattori; furono determinanti, nel 1799, i saccheggi delle truppe francesi e la preesistente malaria che decimò la popolazione.
Pare che la motivazione che portò all’abbandono del paese, anche se suona un po’ come leggenda, sia stata una vecchia contesa con i vicini di Tolfa cui negarono l’uso della macina per il grano per paura di ritorsioni francesi con cui i tolfetani avevano dissidi.
Paradossalmente, ottenuto il rifiuto, furono proprio i francesi a dare manforte ai tolfetani e ad accompagnarli presso Monterano per pretendere l’uso della macina.
Alla vista dell’esercito gli abitanti fuggirono e per ripicca i francesi appiccarono fuochi e distrussero tutto. Tornati nel paese, gli abitanti non poterono far altro che costatare l’impossibilità di riportare in vita il luogo e si trasferirono nella vicina Canale.

I film girati a Monterano sono stati moltissimi; grazie alla pagina di Wikipedia su Monterano si può stilare questa lista:
Ben-Hur (1959)
Brancaleone alle Crociate (1970), di Mario Monicelli
Il Marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli
La visione del Sabba (1988) di Marco Bellocchio
Guardie e ladri (1951), di Mario Monicelli e Steno
I misteri della città eterna (Mad Production, Luglio 2005)
Il figlio (cortometraggio a cura del Centro sperimentale di Cinematografia, luglio 2005)
Arrivederci amore, ciao (Studio Urania dicembre 2005),
La freccia nera (miniserie televisiva) (Tevere film, gennaio 2006)
Joe Petrosino (Clemi cinematografica, marzo 2006)
Blueray (programma pilota di divulgazione scientifica-CICAP Italia, maggio 2006)
Sulle ali della pace (Ass.ne culturale la tribù dell’arte, giugno 2006).
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: Davide Mitidieri
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