Gairo - Il paese dai piedi fragili
Paesi Fantasma > Italia > Sardegna
Provincia: Ogliastra
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Ruderi
Periodo abbandono: 1963
Motivo abbandono: Alluvione
Accesso: Su Strada
Modalità di visita: Libera
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Ruderi
Periodo abbandono: 1963
Motivo abbandono: Alluvione
Accesso: Su Strada
Modalità di visita: Libera
Gairo Vecchio è un borgo abbandonato dell’Ogliastra, nell’entroterra sardo.
Il suo abbandono è stato causato da un problema ben conosciuto dai suoi abitanti, vale a dire la fragilità e l’instabilità del suo terreno. Infatti, Gairo ha sempre poggiato i piedi su qualcosa di fin troppo inconsistente e il nome Gairo deriva da due parole greche: ga e roa che messe vicine vogliono dire “terra che scorre”.
Gairo è stato un borgo da sempre conosciuto per la bellezza e ricchezza dei suoi sterminati boschi di leccio; la cosa sembrerebbe inverosimile oggi, ma purtroppo i numerosissimi incendi hanno letteralmente fatto scomparire questi boschi.
Un tempo, salendo sullo sperone roccioso di Perda Liana (1300mt), era possibile ammirare i boschi e i mufloni che pascolavano liberi in un ambiente quasi incontaminato.
Questa terra è stata abitata sin dal neolitico, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nell’area nuragica di Serbissi e nell’area di Perdu Isu.
Il borgo ha sempre convissuto con le frane e le alluvioni, ma a metà dell’800 la situazione iniziò a farsi critica, da un lato ci fu un incremento, seppur lieve, dell’antropizzazione, dall’altro un incremento di precipitazioni medie e quindi una conseguente maggiore instabilità del terreno.
Il colpo di grazia a Gairo fu dato dall’alluvione del 1951 che ha causato cedimenti importanti all’intero paese che fu, di conseguenza, abbandonato.
Dall’800 sino al 1951 alcuni abitanti sono andati via, ma fu proprio dall’alluvione del 1951, sino al 1963, che la popolazione andò via da Gairo dividendosi: una parte di essi fondò il centro di Gairo Cardedu, oggi denominato solamente Cardedu, un comune che ha ottenuto l’autonomia nel 1980, nei pressi della costa, mentre un’altra parte si insediò presso l’attuale centro abitato di Gairo Sant’Elena.
Gairo Vecchio è divenuta ormai un’attrazione del luogo, un monito su quelli che sono i rischi del territorio, ma anche uno spaccato di una vecchia Sardegna, con le sue strade e costruzioni caratteristiche.
Infatti, attraverso un’osservazione attenta, si possono vedere i materiali da costruzione che sono presi da poco lontano e anche le tecniche di costruzione delle strade stesse; in località Taquisara sorgeva un forno per la produzione di calce, presa proprio da lì, che serviva per la costruzione degli edifici della zona.
In zona sono molto importanti anche le grotte che nascondono ancora molti segreti tutti da svelare.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
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