Farina - Nel cuore dell'Australia
Regione: South Australia
Tipologia: Borgo rurale e minerario
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: 1878
Periodo abbandono: anni’70
Motivo abbandono: Aridità
Accesso: Su strada sterrata
Modalità di visita: Libera
Tipologia: Borgo rurale e minerario
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: 1878
Periodo abbandono: anni’70
Motivo abbandono: Aridità
Accesso: Su strada sterrata
Modalità di visita: Libera
La città di Farina è un vecchio insediamento posto nel sud dell’Australia che è stato abbandonato in seguito a condizioni climatiche sfavorevoli; si trova in pieno deserto e quindi le condizioni di vita sono piuttosto dure, basti immaginare che la piovosità media sia 160 mm annui (in Italia la media è di circa 1000 mm).
La popolazione nel territorio di Farina, nel 2006, era di 55 abitanti, ma questi sono dislocati in una vasta area comprendente anche alcune attività turistiche e commerciali come campeggi e strutture annesse.
La cittadina è in rovina e disabitata oramai da decenni come testimoniano le sue strutture; alcuni volontari han deciso di riprovare a darle vita facendola rivivere innanzitutto attraverso il turismo mettendo in sicurezza le strutture della ghost town e aggiungendo qua e là alcuni pannelli esplicativi, poi, forse un po’ utopicamente, anche attraverso il reinserimento di abitanti che la riportino letteralmente in vita.
Farina si trovava sull’antica strada ferrata del Ghan di cui è stata
capolinea sino al 1884, anno in cui la linea fu ampliata;
originariamente si chiamava “The Gums” e fu fondata nel 1878 da un
gruppo di agricoltori estremamente ottimisti che vollero popolare questo
luogo sotto lo spirito del detto “la pioggia segue l’aratro”.
Complici
alcuni anni piovosi intorno al 1880, la città conobbe un discreto
sviluppo e la coltura di orzo e grano ebbe un grande successo e con esse
furono anche aperte alcune miniere di rame ed argento che furono
fortemente sfruttate.
Nel suo periodo aureo Farina arrivò a circa
600 abitanti e ciò accadde a cavallo fra l’800 e il ‘900; la cittadina
aveva addirittura due alberghi dai nomi altisonanti (il Transcontinental
e l’Exchange);
la produzione di grano consentiva di avere un grande
panificio sotterraneo, una banca, addirittura due fabbriche di birra,
uno spaccio, una chiesa anglicana, cinque botteghe di fabbri, una scuola
e un bordello.
Ad inizio del ‘900 divenne famosa anche per un importante
ritrovamento, cioè un grande meteorite di 1143 Kg nella zona nord della
città e questo fu il suo ultimo momento di gloria.
A causa delle
scarse precipitazioni la coltura dei cereali iniziò ad essere veramente
molto difficile e la popolazione, relativamente numerosa, costringeva a
destinare la poca acqua del serbatoio ad uso umano e non
all’irrigazione; iniziò così un lento spopolamento che riuscì a far
sopravvivere Farina sino alla metà del secolo grazie all’equilibrio
creatosi fra la spartizione delle scarse risorse idriche fra i pochi
abitanti e le colture.
Nel 1960, a causa dell’esigua popolazione
rimanente, l’ufficio postale fu chiuso e venti anni dopo, nel 1980,
anche la ferrovia seguì la stessa sorte.
Gli unici a rimanere sono i proprietari della vecchia stazione di Farina che decisero di farne un campeggio che esiste tuttora.
Una curiosità: a pochi Km dalla cittadina è presente il cimitero che
possiede un “angolo afgano” dove sono presenti diverse lapidi sia in
inglese che in arabo; sono presenti anche molte lapidi senza alcuna
iscrizione che stanno a ricordare tutti gli immigrati afgani che sono
stati inghiottiti dal deserto e di cui non si è saputo più nulla.
Tutte le lapidi dell’”angolo afgano” sono rivolte verso La Mecca.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto:
Da Panoramio
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