Cunziria - Quando la concia era un'arte
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Provincia: Catania
Tipologia: Borgo rurale riconvertito in conceria
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XVII-XVIII secolo
Periodo abbandono: anni ‘60
Motivo abbandono: abbandono attività primaria
Accesso: su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Tipologia: Borgo rurale riconvertito in conceria
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XVII-XVIII secolo
Periodo abbandono: anni ‘60
Motivo abbandono: abbandono attività primaria
Accesso: su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Nei pressi di Vizzini, tanti anni fa, c’era la Conceria, detta anche‘a Cunziria.
Come si può ben capire dal nome, la caratteristica principale di questo borgo era la lavorazione delle pelli.
Si trattava di un borgo venutosi a creare al di fuori del tessuto urbano di Vizzini, sviluppatosi attorno alla conceria, per necessità pratiche di chi ci lavorava nei pressi del torrente Masera.
Il fatto che fossero sorte numerose abitazioni fu dovuto innanzitutto alla praticità di vivere il più vicino possibile al luogo di lavoro, ma anche perché la conformazione del terreno della zona era particolare: c’erano numerosissime collinette sulle quali era possibile edificare un’abitazione e, grazie alla buona esposizione, c’erano ampi spazi adatti alla seccatura delle pelli lavorate.

Alla Cunziria c’era tutto quello di cui c’era bisogno per praticare la concia:
la sorgente d’acqua, come detto, il torrente Masera; abbondanza di
tannino, prezioso elemento per la lavorazione delle pelli, grazie
all’abbondanza della pianta da cui si ricava, la Rhus coriaria (Sommacco), molto diffusa nella zona.
Esplorando
il paese sono ben visibili le vasche all’interno delle quali le pelli
erano pulite e trattate; molte di esse sono scavate direttamente nella
roccia ed oggi sono visibili grazie agli scavi effettuati che le hanno
svuotate del riempimento di terreno avvenuto successivamente
all’abbandono.
Il borgo è molto suggestivo, entrandovi si
attraversa un ponticello sotto il quale scorre il torrente e subito si
nota che il borgo in origine era di tipo rurale e che la conceria sia
venuta in un secondo momento e che sia stata la causa dell’espansione
momentanea.
Rimangono oggi soltanto dei ruderi, anche quelli della
chiesa del paese, dedicata a Sant’Egidio; taluni ritengono che la
chiesa abbia un’origine antichissima, che possa risalire all’epoca
romana, ma le fonti sono incerte, così come quelle del paese.

Le case sono costruite con la tipica roccia del luogo, una
calcarenite dal colore ferruginoso; le costruzioni sono tipiche
dell’architettura rurale della Sicilia, la cosa che rende unico questo
luogo è l’ubicazione del borgo, in una valle aperta, cosa davvero
insolita.
Non si conosce il periodo di edificazione del primo
nucleo urbano della Cunziria, ma si sa che negli anni ’20 iniziò il
declino, lento, che durò sino agli anni ’60, quando la pratica
artigianale della concia venne definitivamente abbandonata su scala
industriale.
L’abbandono non ha risparmiato questo borgo che al
suo tempo era parecchio famoso, al punto che il Verga lo vede come
ambientazione della
“Cavalleria
Rusticana”; ma c’è da dire che l’abbandono lo ha reso famoso in altri
modi, poiché qui hanno girato “La Lupa”, un film di Gabriele Lavia e
Zeffirelli ci ha girato il rifacimento cinematografico della Cavalleria
stessa.
Come per ogni luogo che si ha a cuore, la Cunziria ha
avuto parecchie proposte di recupero ed alcune sono anche andate in
porto, però, purtroppo, a causa di problemi della ditta vincitrice
dell’appalto, i lavori sono rimasti a metà e Cunziria ha visto sfumare
il suo sogno di rivivere.
In questo periodo nei pressi di Cunziria
è possibile trovare un agriturismo che offre prodotti tipici, unico
segnale di vita attorno ad essa. Le proprietà degli edifici attualmente
sono divise fra la provincia di Catania e alcuni privati.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: Giuseppe De Domenico
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